Cenni Storici su Latiano
Le origini di Latiano sono medievali; nel suo attuale territorio è testimoniata da fonti dell'epoca (e successive) la presenza di vari casali: Cotrino; Malignano (fondato nel 1092); San Donato e un Latinianum riportato nel Chronicon Volturnense del 947. Quest'ultimo sito sarebbe stato il primo nucleo di Latiano, ingrandito successivamente dall'apporto degli abitanti dei succitati casali.
Le prime notizie certe sulle successioni feudali in Latiano si riferiscono alla fine del sec.XIII, quando Pietro Hugot riceve in dote (a.1270) dalla moglie Isabella d'Anfi il feudo di Latiano che nel 1300 viene concesso al Monastero dei Santi Pietro e Andrea in "Insula Parva"in Brindisi. In seguito gli abati di Sant'Andrea dell'Isola vendettero gran parte del loro territorio a dei feudatari. Alcuni anni dopo Latiano è infeudata a Mabilia de Baro, vedova di Adamo de Tremblayo. Ai de Baro il feudo resta sino all'anno 1341.
Nel 1407 Antonello de Alamo acquista dal Regio Fisco il castello di Latiano con il territorio disabitato di Cotrino per ducati 1500 di oro. Ai de Alamo il feudo rimarrà fino al 1511.
Per via di matrimonio il feudo passa ai Francone (1511-1611), nobile famiglia napoletana con diramazioni in Lecce e con questo casato il paese comincia ad acquistare una sua fisionomia: viene ristrutturata la Chiesa Matrice e sorgono il Convento dei Domenicani con la scuola di Filosofia e Teologia; l'Ospizio dei poveri.
Ai Francone succedono i de Santis (1611-1641), casato napoletano che investì nell'acquisto del feudo di Latiano i proventi di attività finanziarie svolte nella capitale; essi, però aggravarono le condizioni economiche dei latianesi con una fiscalità rapace. Tuttavia, il secondo barone de Santis, Fabrizio, fece una prima ristrutturazione della chiesetta dell'Annunziata o di Sant'Antonio (successivamente ampliata).
L'acquisto del feudo da parte degli Imperiali (1641-1806) segna una svolta nella storia del paese. Genovesi di provenienza, signori illuminati e titolari di ben altre ricchezze e fonti di reddito, essi non avevano bisogno di vessare i loro sudditi con cui riuscirono a creare un amalgama che, finchè durò, dette i suoi frutti. A loro risale l'ampliamento e la ristrutturazione urbanistica del paese: la trasformazione del Castello in dimora signorile e la costruzione ex novo della Cappella marchesale dedicata all'Addolorata, la Piazza Nuova quale centro sociale ed economico del paese, l'espansione del paese stesso ad ovest e la trasformazione del Vicariato dei Padri Domenicani in Convento con Priorato elettivo. A loro si devono anche le opere filantropiche quali le Case per Orfane site nella via denominata appunto Orfane e un aiuto ai più disagiati del paese sotto forma di contributi economici e maritaggi.
Con la soppressione del feudalesimo, la storia di Latiano rientra in quella più generale del Regno di Napoli, prima con la dominazione murattiana e successivamente con quella borbonica e poi in quella del Regno d'Italia.
Nei secoli XIX e XX il paese si è esteso, vivendo principalmente di agricoltura tecnologicamente al passo con i tempi e, negli ultimi decenni, di un'imprenditoria prettamente artigianale. La popolazione ha superato i 15.000 abitanti e gode, in genere, di un buon livello economico.